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Il tema antropologico è centrale per la speculazione filosofica contemporanea. È vero che in qualche caso si è cercato di mettere in crisi l'indagine stessa sul soggetto umano, ma proprio le recenti ricerche sulla manipolazione genetica, sui trapianti, perfino quelli - per ora solo annunciati con grande rumore - riguardanti la testa, fanno sì che non si possa evitare ormai di chiedersi chi siamo noi, esseri umani. Ma è proprio vero che se l'attenzione si focalizza sull'umano, possiamo o dobbiamo fare a meno di un riferimento al divino? È vero che se indaghiamo su ciò che è trascendente, perdiamo ciò che è immanente, la vita così come la viviamo? Il libro di Clementina Carbone tende a dimostrare il contrario e per farlo utilizza due pensatrici appartenenti alla scuola fenomenologica del Novecento che indicano come si possano tenere insieme i due momenti dell'umano e del trascendente senza impoverire il primo, anzi dando ad esso la qualifica di "persona". Prefazione di Angela Ales Bello.