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Ispirata da padre Carlo Cremona l'opera rappresenta «una sorta di "schedario mnemonico", in cui è possibile rintracciare un pensiero che sembra essere vivo e attuale nonostante il trascorrere dei secoli»: quello di Agostino d'Ippona. L'uso delle opere di quest'ultimo nei discorsi di papa Montini mette in risalto un profondo legame tra i due e consente di cogliere, attraverso innumerevoli piccole sfumature, la grandezza di un pontefice ormai prossimo alla canonizzazione, la cui definizione di "papa del dialogo" è più che mai veritiera.