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Una biografia tenera e violenta, un romanzo storico che unisce la fisionomia dell'affresco epocale a quella del quadro intimo. È questo il senso di "Ritorno a Bagdad". Il protagonista, Davìd Dayik, nonno dell'autore, è un iracheno naturalizzato italiano, un diplomatico-interprete, un uomo dell'intelligence, una personalità avventurosa e originale. Davìd è testimone attivo di un mondo scomparso, quello che in un breve arco temporale (1889-1941) lo vede nella Bagdad ottomana e nel Libano francese, nel milieu dei consolati e delle legazioni a Beirut, Tripoli, Il Cairo, Alessandria, di nuovo a Bagdad. Un "mondo antico" che fa da sfondo ai più svariati incontri con aristocratici e pastori, con frati battaglieri e intellettuali, con Lawrence d'Arabia e Toscanini, con re e principi, con dittatori e politici.