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La diplomazia dell'Italia post-unitaria ha mosso i primi passi, forte di una "scuola" ultramillenaria all'epoca degli imperialismi. Ha vissuto il "secolo breve" attraversato da due conflitti mondiali, dall'affermazione del multilateralismo, dalla fine degli imperi coloniali e dalla nascita degli Stati nazionali, dal crollo del muro di Berlino e delle ideologie, dal superamento del mondo bipolare e dal ridimensionamento della centralità dell'Europa nelle relazioni internazionali. Oggi opera nell'era della globalizzazione, dell'apparizione di nuovi attori e del ritorno di antiche civiltà sulla scena mondiale, dei primi "assaggi" delle future cyberwars, della sofferta difesa dei diritti umani e delle tragedie umanitarie. Accanto a quella bilaterale è "esplosa" la diplomazia multilaterale. Si sono sviluppate altre forme di diplomazia, ma finché esisteranno gli Stati occorrerà l'opera di professionisti per la gestione di tali relazioni. Tanto più la Farnesina, con autorevoli guide politiche, saprà essere intuitiva, propositiva, propulsiva e dinamica, recuperando spazi di centralità negli affari internazionali, tanto più ne beneficeranno la figura e il ruolo dei diplomatici italiani.