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Il XII libro di Marco Valerio Marziale fu composto quando il vecchio poeta si ritirò a Bilbilis, sua città natale, nella Spagna Tarraconense. Nel 101-102 d.C. l'arrivo di un amico, Tarquinio Prisco, gli fece sperare in un ritorno alla vita letteraria di Roma, nella quale fino alla morte di Domiziano era stato autore di successo di libri di epigrammi, un genere di poesia breve, ma sapida, ironica, graffiante, che aveva come oggetto principale la folla della metropoli, divertita dai suoi personaggi goffi, ridicoli, corrotti, stravaganti. Marziale compose prima un piccola raccolta e poi un libro simile agli altri da lui già pubblicati: da esso escluse poesie troppo sconce, in omaggio al nuovo imperatore, Traiano, che non amava i generi poco casti. L'atmosfera generale del XII libro è prudente, attenta a non eccedere, qualche volta anche malinconica. Il poeta preferisce offrire composizioni che propongano un buon livello di raffinatezza e una colorita variazione.