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Con un linguaggio crudo e schietto, "Toxic Emilia" affonda il suo immaginario tra gli schemi della quotidianità e gli sfondi più congeniali all'autore, notturni cittadini, paesaggi nebbiosi e scorci di vita immersi nel mito felliniano della riviera. Il verso coglie l'attimo in cui l'invenzione poe-tica diventa comprensibile e i luoghi conosciuti offrono il pretesto per lanciare messaggi chiari non solo al lettore abituale ma anche a chi considera la poesia estranea, elitaria oppure terribilmente noiosa. Un'opera trasversale, un mezzo per affermare le proprie certezze senza promesse o lasciti per la posterità, in cui è bandita l'approssimazione.