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Donne sintetiche, robot suicidi e viaggi nel tempo: ecco l'appassionante seguito, giunto in finale al Premio Urania, di "La formula di Venere". La Venere & Co. detiene in occidente il monopolio della produzione di donne sintetiche. Il suo fondatore Roberto Schreiber aspetta che venga il momento d'inviare nel passato i piani per dare inizio alla produzione di donne sintetiche. Sa che dovrà accadere perché è già accaduto e sa che lui stesso nel passato ha bisogno di quei piani per diventare quel che è. Roberto Schreiber aveva costruito la prima macchina del tempo. Tutto era iniziato con quella macchina. Ora la macchina del tempo è sotto sequestro della polizia temporale. Nessuno sa dove si trovi. Intanto nei magazzini della Venere viene trovato il corpo di un robot, una perfetta replica di una ragazza sintetica. Le indagini conducono a Bangkok sulle tracce di Yaya, una sintetica che si pone strane domande: è il sintomo di un malfunzionamento o un piano per appropriarsi della macchina del tempo?