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Sorella Maria di Campello, al secolo Valeria Paola Pignetti (1875-1961), ancora poco conosciuta nel panorama della spiritualità italiana del Novecento, è una personalità affascinante, capace di sintetizzare nel proprio vissuto la freschezza delle prime esperienze cristiane e, insieme, di suscitare percorsi nuovi, di ampio respiro. Nel 1926, nell'antico eremo di Sant'Antonio Abate a Campello sul Clitunno (Perugia), dà vita a un'esperienza eremitica di matrice benedettina e francescana, interconfessionale e aperta al dialogo con ogni esperienza di fede. In un'Italia stretta tra antimodernismo e nazionalismo, l'eremo di Campello costituisce un «faro» capace di tessere precoci relazioni ecumeniche e internazionali con grandi figure del tempo: Gandhi, Albert Schweitzer, Ernesto Buonaiuti, don Primo Mazzolari, frate Giovanni Vannucci, Adelaide Coari. La novità di questo lavoro è di aver arricchito il retroterra culturale e religioso dell'esperienza di Sorella Maria recuperando e pubblicando fondi archivistici inediti, che hanno rivelato una rete di contatti insospettati.