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«Una ventina d'anni fa mi sono messo in testa di scrivere qualcosa sulla mia infanzia, sulla mia giovinezza, sul mio ruolo di padre, nonno e bisnonno e quindi come componente di una piccola comunità d'alta montagna, al confine con l'Austria, senza alcuna illusione di far nascere un libro. La prima parte del mio lavoro è fatta di racconti, di memorie, quindi di esperienze vissute, per poi diventare una specie di diario. Chi ha scritto la prefazione ha inquadrato in modo straordinariamente preciso la mia personalità, la mia natura anticonformista. Ho frequentato le elementari nel periodo fascista, sono quindi un ex-figlio della lupa e balilla. Sono stato testimone degli orrori della guerra, ho fatto il chierichetto ed il pastorello, il contadino e lo studente, però il mio livello culturale è medio-basso, frenato da problemi di udito. Il mio impegno politico e sociale è sufficientemente riportato nelle pagine del libro. Fino a 85 anni figuravo nell'elenco dei pubblicisti del Friuli-Venezia Giulia e per oltre 40 anni ho collaborato con il Messaggero Veneto di Udine. Sono innamorato della mia lingua madre, il friulano, nella variante della mia Valle, mi piacciono gli aneddoti che, onde non far perdere loro il succo, devo raccontarli e scriverli in friulano. Passo il tempo al PC, senza trascurare l'orto e l'approvvigionamento della legna per l'inverno.»