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«"Scusami se non sono tua madre" è un testo di narrativa, con il quale ho voluto ripercorrere il mio viaggio nel mondo adolescenziale, tra i ragazzi che vivono in casa famiglia, far conoscere la loro realtà, il loro sentire ma anche il sentire dell'educatore, professione molto spesso sottovalutata. In questo mio cammino tra gli adolescenti, mi accompagnano due frasi di Don Bosco, che ho fatto mie: "Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare" e "L'educazione è cosa del cuore". Ogni ragazzo ha una sua personalità, un suo vissuto; noi educatori dobbiamo trovare la chiave giusta per arrivare a lui, nel suo cuore, non possiamo e non dobbiamo utilizzare lo stesso approccio con tutti, perché ognuno di loro va guardato nella sua specificità. La mia professione deve essere svolta con competenza, passione, empatia; l'unico linguaggio possibile è quello dell'amore gratuito. Non mi piace definirlo lavoro, anche se poi è questo, ma non mi piace pensare che i ragazzi si sentano un lavoro. Loro sono vita, sono il futuro, devono percepire, devono sentire che noi educatori ci siamo, che siamo lì per loro e con loro.»