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Questo libro non è un romanzo. Si articola in brevi racconti, ciascuno corrispondente ad un capitolo, in cui differenti luoghi e personaggi si trovano a fare i conti con una realtà che per essere vissuta fino in fondo, per essere avvicinata, necessita di una maschera. La vita va sempre oltre alla logica delle nostre aspettative e programmazioni, e spesso, dietro alle maschere che noi di volta in volta indossiamo, vi è la rivelazione di ciò che stiamo vivendo veramente anche dentro di noi. Il titolo "Il ripostiglio delle maschere", in indonesiano "lemari topeng" rappresenta quel momento, in cui si vorrebbe poter riporre la maschera e riuscire a farne a meno: non per essere più "veri" o "credibili" ma solo per poter corrispondere a noi stessi, al di là di ogni giudizio e apparenza. I racconti cercano di portare alla luce cosa accade quando il sopraggiungere di tale desiderio deve fare i conti con la maschera stessa, che spesso si rifiuta di essere messa da parte, rimossa, appunto, in un ripostiglio. Questo libro e i personaggi di fantasia che lo attraversano sono ostaggi della "intuizione" immaginifica che ripercorre il momento in cui la maschera si impone prepotentemente come "persona", come se potesse vivere di vita propria.