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Durante la dittatura fascista la Libia fu enfaticamente presentata da Mussolini come la quarta sponda da conquistare, il posto al sole che gli Italiani meritavano di avere; di fatto, per molti si rivelò uno scatolone di sabbia che non corrispondeva affatto alle aspettative. Questo ci dice la Storia, ma quei fatti sono composti da tante storie individuali, come quella dell'autore: un racconto autobiografico vissuto intensamente durante un'infanzia che ancora oggi ricorda come un periodo particolarmente felice. Attraverso gli occhi del protagonista, il lettore si immergerà in quei paesaggi aridi ma incantati, continuamente sferzati dal Ghibli, il vento caldo del deserto che fa da sottofondo a tutte le vicende narrate nelle lunghissime ma meravigliose giornate africane. Sono anni intensi, durante i quali i giochi infantili e le relazioni sociali si svolgono sullo sfondo di una realtà placida e riarsa dal sole, dove tutto accade a rallentatore e, forse proprio per questo, ogni cosa è percepita come più profonda, più reale.