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Lo studio di Alberto Di Santo, integrato da un'ampia appendice di Sandro Carocci, tratta del reimpiego dei monumenti classici soprattutto a fini bellici e difensivi, nella Roma medievale. L'opera copre l'esteso arco temporale che va dall'VIII al XIV secolo e segue lo sviluppo urbanistico e architettonico di Roma nel suo divenire città di castelli, di torri e di grandi fortezze voluti dalla nobiltà cittadina nel suo quotidiano confrontarsi con la presenza del papato e degli aristocratici rivali da un lato e degli irrequieti ceti popolari dall'altro. Il volume risulta quindi di grande interesse non solo per gli storici e gli appassionati di militaria, ma anche per i topografi, gli urbanisti e gli archeologi, a causa dell'attento censimento delle emergenze monumentali romane che vi viene condotto.