Tab Article
Perché abbiamo scelto la finanza come tema centrale di questa raccolta di saggi «in onore di Francesco Brioschi»? Perché la finanza è stata la passione della sua vita sin da giovane - quando sognava di introdurla anche al Politecnico sul modello della Sloan School of Management del MIT - e dai secondi anni Ottanta in poi anche l'oggetto prevalente della sua attività di ricerca e insegnamento. Il tratto più caratterizzante di tale attività è stato, a nostro avviso, la fortissima attenzione alla realtà: la realtà ha rappresentato il laboratorio di Francesco Brioschi, che su di essa ha costruito modelli originali volti a interpretarla. Oggetto di studio sono state soprattutto le principali imprese italiane quotate e i forti legami azionari fra diverse di esse esistenti, che giustificavano l'uso del termine «gruppi di imprese» per denotare quelle piramidi societarie che permettevano di disgiungere il controllo (concentrato in poche mani) dal possesso di azioni. La focalizzazione era sull'anomalia - rispetto ai Paesi occidentali più avanzati - dei meccanismi di governance all'epoca imperanti in Italia, che andavano a ledere in diversi casi i diritti dei (moltissimi) azionisti di minoranza: un tema che riflette il sistema di valori di Francesco Brioschi, in particolare la sua fiducia in un capitalismo non selvaggio, ma con regole del gioco ben definite e fatte rispettare. Di qui il titolo che abbiamo dato al libro, che contiene dieci lavori scritti ad hoc (con una sola eccezione) per l'occasione: Corporate governance e finanza d' impresa. (Dall'Introduzione di Umberto Bertelè, Professore emerito di Strategia di Impresa, e Sergio Mariotti, Professore ordinario di Economia dei Sistemi Industriali)