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Uno spettro si aggira per il mondo: è lo spettro della globalizzazione, coi suoi risvolti economico-finanziari ma anche sociali e culturali. Nel nuovo scenario, funzioni e ruoli che un tempo erano di esclusiva competenza dei governi entrano nella sfera di responsabilità dell'impresa. Dal piccolo imprenditore che postando un contenuto online può scatenare una tempesta reputazionale; alle grandi imprese transnazionali che, grazie alla pervasività del digitale, arrivano a mettere in campo un volume di comunicazione senza precedenti. Tutte le aziende possono assumere oggi uno status di soggetto attivo all'interno del sistema delle relazioni internazionali, distinto da quello dei rispettivi governi. Il mondo del business del XXI secolo non può dunque più rifuggire dalla politica, né rimanere politicamente neutrale. L'impresa deve sviluppare la capacità di operare in contesti sempre più ampi attraverso una sorta di politica estera aziendale, basata su due elementi: una lettura dei temi sociali e geopolitici con cui valutare e monitorare rischi e minacce, e una lungimirante attività di corporate diplomacy rispetto ai temi che sono al centro dell'agenda e del dibattito pubblico.