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Quando si parla di disuguaglianza la tentazione di inscatolare il mondo in una slide è fortissima ed esercita un fascino irresistibile soprattutto sugli economisti, ma giornalisti e sociologi non ne sono tuttavia immuni e il virus ha contagiato di recente anche i politici. L'intenzione, comune a tutti, è di ridurre ad unum la complessità del fenomeno per avere una facile narrazione. L'impressione però è che si tratti di una pia illusione: le contraddizioni del nostro tempo sono così ampie e aggrovigliate che la ricchezza di indagine e di approfondimento non deve essere considerata un handicap, ma addirittura una risorsa. Con questo spirito Di Vico raccoglie «storie» che - con il linguaggio e la metodologia dell'inchiesta giornalistica - indagano e raccontano singoli segmenti della società italiana, scelti con criteri diversi tra loro: perché restano poco illuminati, perché grazie a delle intuizioni sociologiche presentano aspetti inediti, perché spostandosi da territorio a territorio cambiano di segno o, infine, perché possono aprire nuovi capitoli dell'agenda di policy. Alle storie fanno da contrappunto ragionamenti e analisi che, mettendo assieme ciò che sappiamo dalla scienza economica, dalla sociologia e dalla psicologia sociale, si spingono fino a evidenziare i nessi che intercorrono tra il sentirsi disuguali, la crisi dei valori e il deficit di consenso che affligge le democrazie occidentali.