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Due professoresse e tre professori di diritto del lavoro, una giudice del lavoro, una dottoranda e una studentessa: donne e uomini che partono dalla loro differenza sessuale per raccontarsi al lavoro e avanzare proposte, narrandoci le loro capacità e competenze, nonché affetti, parole, socialità e attenzione per gli altri. Relazioni da cui ricavare felicità ma anche disagio, piccole vittorie, acquisizione di consapevolezza di sé. Ci addentriamo così nelle contraddizioni che nascono dal portare un corpo al lavoro, senza separare la sfera relazionale da quella professionale, come propone anche il Manifesto "Immagina che il lavoro", scritto dal Gruppo lavoro della Libreria delle donne di Milano, con il quale si apre un dialogo da parte di alcuni giuslavoristi, continuando una fruttuosa, e difficile, discussione che "inquina" il lavoro e il diritto con la vita.