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Chi costruisce le nostre città? Gli amministratori, i politici, gli immobiliaristi, gli urbanisti? Tutti costoro tracciano piani, elaborano progetti, realizzano opere, ma poi sono le persone in carne ed ossa - coloro che la abitano - a produrre l'anima della città; anche di una grande capitale come Roma. C'è una Grande Storia fatta di personaggi e luoghi noti e c'è una piccola storia fatta anch'essa di luoghi e persone che non vengono raccontati dalla narrazione mainstream. La controffensiva liberista produce nelle nostre città desolazione, solitudini, individualismi, competizione, egoismi, insieme a quella che alcuni chiamano "modernizzazione", destinata ad emarginare ancora di più gli abitanti che non riescono a prendere il suo treno in continua corsa verso un futuro oscuro. Quella che una volta era la città moderna, oggi è una città desertificata di individui che forse potremmo chiamare sconfitti, ma non perdenti, ancora non rassegnati. Queste singole esistenze senza una storia sono anche esempi di una irrinunciabile volontà di sopravvivere che promette di crescere e diventare collettiva se si avrà la forza di non lasciarle ancora sole; l'inizio di una nuova e diversa storia delle nostre città. Dieci brevi storie di "pezzi" di periferia romana raccontate da un osservatore che ha rinunciato allo sguardo neutrale di urbanista, intrecciate a dieci racconti di vite marginali, solitudini nella folla anonima e silenziosa della città che un tempo fu eterna e, ora, solo moderna. Presentazione di Bruno Amoroso.