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L'emigrazione italiana in Francia (1880-1914) fu anche lotta di classe e partecipazione alle rivendicazioni del movimento operaio d'oltralpe. A partire dallo studio di fonti italiane e francesi, il libro offre un quadro d'insieme sulla presenza italiana nel Sud-est del paese e ricostruisce il ruolo di primo piano assunto dagli immigrati italiani neg scioperi dei principali centri del litorale. Questo importante traguardo era il frutto del lavoro di propaganda portato avanti dai socialisti italiani "fuoriusciti" che fecero da tramite tra gli immigrati italiani e i sindacati francesi. Le figure protagoniste furono quelle di Luigi Campolonghi a Marsiglia e Giovanni Petrini a Nizza, sorretti da un attivo gruppo di militanti che, a partire dai primi anni del Novecento, guidarono le rivolte dei lavoratori. In quegli stessi anni si realizzò una svolta importante nelle relazioni italo-francesi e, soprattutto, fra immigrati italiani e popolazione locale. Tuttavia, anche se violenze e scontri particolarmente frequenti nell'ultima decade dell'Ottocento - tendevano a diminuire, all'alba del 1914 resistevano tensioni tra italiani e francesi, dalle quali emergeva lo scarso radicamento degli ideali internazionalisti all'interno delle stesse organizzazioni del movimento operaio. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe un percorso fatto di luci e ombre: condivisione di battaglie comuni e conflitti, più o meno latenti, legati alla nazionalità dei lavoratori. Prefazione di Matteo Sanfilippo.