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Le attività sportive popolari e proletarie sono state scarsamente prese in considerazione nella storiografia del movimento dei lavoratori del nostro Paese, anche se, come quelle in montagna, si sono intrecciate non di rado con passione politica, tensioni sociali e presa di coscienza collettiva. Questo volume si propone di colmare tale lacuna ripercorrendo una storia che già a fine Ottocento, intorno alla Società di mutuo soccorso e alle Camere del Lavoro, vede nascere in Italia le prime forme organizzate dett'associazionismo sportivo dei lavoratori - tra cui quelle dell'alpinismo e dell'escursionismo in montagna -, alle quali si legano le prime rivendicazioni sindacali per conquistare la "vacanza operaia". Con l'avvento del fascismo, insieme a quelle politiche e sindacali, anche tutte le forme di libero associazionismo vengono annientate o assorbite nelle strutture controllate dal regime. Non tutti però si rassegnano, e in quella fase storica un filo rosso, sottile ma resistente, unisce le esperienze dell'associazionismo proletario di montagna e quelle degli alpinisti "sovversivi". Subito dopo la Liberazione, grazie al movimento giovanile unitario e alla CGIL, nascono i Comitati per lo sport popolare e in seguito l'UlSP. Arrivando ai giorni nostri, nel volume l'escursionismo e l'alpinismo popolari vengono indagati nel contesto delle vicende politiche e sindacali. Prefazione di Sabina Rossa e introduzione di Filippo Fossati.