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Un tratto caratteristico degli attuali cambiamenti nel lavoro è la contrazione delle protezioni collettive, non solo con l'erosione del diritto del lavoro, ma anche con lo "smontaggio di fatto" di tutele e prestazioni sociali. La diffusione dei rapporti di impiego temporanei rappresenta uno dei capitoli più importanti della decollettivizzazione dei rischi e dei meccanismi per prevenirli, ridurli, fronteggiarli. I lavoratori con occupazioni instabili soprattutto nel modello di "flex-insecurity" italiano - precipitano in una condizione di elevata esposizione al mercato, di elevata "mercificazione". La conseguenza è un progressivo deteriorarsi degli "equilibri" individuali e sociali. L'autore muove dalla ricostruzione delle trasformazioni nei modelli di organizzazione produttiva, delle strategie e dei comportamenti adottati dalle imprese per flessibilizzare il lavoro, grazie anche agli interventi legislativi promossi dai governi dei paesi europei. Quindi, attraverso le storie di lavoratori parasubordinati (con lunghe esperienze nella precarietà), racconta i tentativi di regolazione individuale del lavoro e delle sue condizioni, l'indebolimento di identità, culture e azioni collettive, il deficit di prestazioni del welfare state, la difficile sostenibilità a lungo termine di protezioni "fai da te".