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"I promessi sposi" può essere letto come un romanzo di corpi comunicanti: uomini e donne che si incontrano e si scontrano continuamente, «a viso a viso», scrive Manzoni, gli uni di fronte agli altri, scambiandosi sguardi, gesti e parole, spesso osservati da altri personaggi, in una dimensione pubblica che rende gli incontri ancora più spettacolari e complessi. I più recenti studi sui Promessi sposi hanno messo in evidenza la fondamentale dimensione visiva di questo classico della letteratura, che comincia a essere letto come un iconotesto, vero e proprio romanzo illustrato, così come è stato progettato, sceneggiato e prodotto dallo stesso autore in occasione dell'edizione del 1840. L'indagine condotta in questo saggio, che prende le mosse dall'analisi dell'interazione sociale e dei comportamenti dei personaggi che si incontrano faccia a faccia nello spazio romanzesco, ha lo scopo di chiarire il significato e il ruolo di questo tipo di comunicazione. Dare spazio ai comportamenti visibili dei personaggi che interagiscono gli uni sotto lo sguardo degli altri, sembra essere innanzitutto una garanzia di verosimiglianza, poiché le azioni umane sono rappresentate così come sono esperite durante la vita quotidiana, con i "sensi nudi", immersi in un abbondante flusso d'informazioni che provengono direttamente dai corpi, e che sui corpi hanno un effetto pressoché immediato. Ma si tratta anche di una particolare forma di conoscenza, che privilegia l'esperienza basata sull'osservazione e l'ascolto, in aperta polemica con la comunicazione verbale.