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La letteratura di ogni tempo, genere e luogo è piena di fallacie comiche: argomentazioni ad personam, circoli viziosi, sillogismi scorretti. Questo saggio passa in rassegna i modi in cui autori come Aristofane e Boccaccio, Shakespeare e Cervantes, Voltaire e Carroll, Jarry e Stoppard hanno messo in scena ragionamenti viziati, bizzarri; per farci ridere di chi trasgredisce la logica aristotelica, ma anche per solidarizzare con lui. Il potenziale della grande letteratura è sempre in parte liberatorio. Le fallacie ce ne offrono una gustosa controprova.