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Questo saggio mette a fuoco alcuni aspetti del rapporto dell'architettura di Le Corbusier con il mondo classico. L'autrice si è basata sulle fonti documentarie del periodo della prima formazione dell'architetto, iniziata tra le montagne di La-Chaux-de-Fonds, suo villaggio natale, e proseguita con i viaggi prima a Berlino, poi a Parigi, Vienna, Grecia e Italia. Qui rimane affascinato dalle raffigurazioni dei paesaggi archeologici di Atene, Pompei e Roma, dalle loro forme incomplete e dal rapporto fra i ruderi e il paesaggio naturale. Con il Voyage d'Orient avvenuto nel 1911 si consolida infine la relazione fra la sua idea di architettura e le regole che costruiscono la purezza del Sapere Antico. Partendo da questi spunti, il volume scandaglia il processo creativo di Le Corbusier e propone una lettura sistematica delle evidenze riguardo alle relazioni fra produzione progettuale e fascinazione delle rovine. Emerge una ricorrenza di forme esteticamente attraenti per il portato plastico, per la sintassi spaziale e per la loro dislocazione nel progetto.