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C'è sempre stato un posto d'onore per la Civiltà egizia nell'immaginario collettivo di tutti i tempi, a partire dagli antichi Greci. Fin da allora la cultura occidentale si è lasciata avvincere da mummie, piramidi, obelischi, sfingi, urei, maschere d'oro, zampe di leone, serpenti, ibis, teste di sciacallo, scarabei, papiri e molto altro ancora. Ma qual è il loro vero significato? Per scoprirlo, vale la pena di intraprendere un lungo viaggio nel passato alla ricerca delle "innumerevoli meraviglie" d'Egitto e spingersi a curiosare nelle dimore della gente comune o nella reggia di un faraone, nel cantiere di una piramide o nella tomba di un dignitario, lungo la via processionale di un dio o nel giardino di un tempio. Per conoscere davvero questa importante civiltà perduta, con la sua lingua muta, la sua cultura estranea e i suoi imbalsamati protagonisti, va fatto uno sforzo di immaginazione. Le storie di vita privata e pubblica, estratte dalla creta, dal granito, dal papiro, possono così riprendere vita, come se fossero state liberate dopo millenni, per svelarci trame antiche, ma ancora oggi suggestive perché ammantate di mistero.