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La Compagnia dell'Umiltà attiva a Torino dal XVI al XX secolo fu fondata in ambienti vicini alla corte sabauda e alla spiritualità gesuita, annoverando tra le socie principesse sabaude, dame di corte e consorti di confratelli della Compagnia di San Paolo. Il libro ricostruisce attraverso un'indagine prosopografica la storia pressoché incognita dell'istituzione, rivolta all'assistenza dei malati e all'erogazione di doti, e ripercorre l'iconografia e l'agiografia della santa patrona, Elisabetta d'Ungheria.