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L'Ecce homo offre un ritratto imprevisto di Vallini, non più crepuscolare né antidannunziano. Al centro sta l'acuta interpretazione del pensiero di Nietzsche, con la conversione del protagonista da superuomo a oltreuomo: sconfitto e prigioniero tra le fiamme, Marco, un tempo signore di Roma, si mantiene libero fondando la propria morte con un atto di volontà. Ma quest'eroe eccessivo, proteso verso un'impossibile sintesi degli opposti, non può mettere a tacere l'inquietudine; riconosce in sé con precoce chiaroveggenza il «male di vivere» novecentesco.