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L'inedito trattato risale al 1776-1777; sequestrato e distrutto prima che le stampe fossero diffuse, rappresenta l'ultimo rogo di libri prima della Rivoluzione francese, della quale è antesignano, in una visione radicalmente ergonomica della società ove tutti (nobili, sacerdoti, monaci e monache comprese) debbono lavorare per rendere possibile il conseguimento della «pubblica e privata prosperità». Il Denina appare qui non solo l'autore erudito della Bibliopea o lo storico delle Rivoluzioni d'Italia, ma anche un teorico politico dal pensiero vigoroso, un testimone risoluto della dignità dell'uomo.