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Figura poliedrica di religioso, acceso difensore dell'ortodossia cattolica nei confronti della Riforma luterana, per i suoi interessi umanistici e per la frequentazione delle corti italiane, ebbe modo di conoscere e di intrattenere rapporti con molti letterati del tempo, fra cui Pietro Bembo e Jacopo Sannazzaro. Nel periodo di permanenza a Rodi coltivò i suoi interessi antiquari. Oltre che amante delle arti fra Sabba fu anche un raffinato collezionista e bibliofilo e artefice dei restauri e ampliamenti della Commenda faentina. L'opera per cui è maggiormente noto sono i suoi "Ricordi ovvero ammaestramenti", insieme di precetti rivolti ai cavalieri cristiani del suo tempo, che, dal 1546 al 1613, ebbe venticinque edizioni.