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Negli anni '70, l'intellettualità barese, attraverso la De Donato, si fece interprete di un "pensiero della complessità", che si contrapponeva tanto al conservatorismo della cultura politica prevalente nella sinistra storica meridionale, quanto al radicalismo teorico della "nuova sinistra". Questa esperienza costituì il punto d'incontro di un gruppo di intellettuali meridionali che rappresentarono forse l'ultimo episodio culturale significativo del nostro Mezzogiorno. Difficile dire quali rapporti e quali legami con quella storia si possano rintracciare nell'esplosione della cultura pugliese e nella sua affermazione nella cultura nazionale dell'ultimo trentennio: cinema, letteratura, musica, teatro e altri generi. Un'esplosione che ha innovato, potenziato e proiettato nella cultura nazionale la vitalità delle "Puglie" come non era mai avvenuto prima. La storia della De Donato mostra legami evidenti con la costellazione del pensiero Meridiano. Si tratta di una rotazione significativa, imperniata su una proiezione euromediterranea inconcepibile prima della cosiddetta "globalizzazione", cioè dell'avvento del mondo post-bipolare.