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L'attualità drammatica di una crisi generale che ha uno dei suoi momenti più vistosi nella crisi energetica, riporta in primo piano con evidenza clamorosa la necessità di una diagnosi precisa sulle cause di fallimento della ricerca in Italia, cause che si usa localizzare soltanto nell'insufficienza e nelle intempestività dei finanziamenti o nell'inefficienza dei metodi amministrativi. In realtà, contro lo spontaneismo che caratterizza tale modo di leggere la ricerca, contro la sopravalutazione di un'autonomia di settore e un'illusione tecnocratica ormai superata dalla storia ma ancora tenacemente radicata nel nostro paese, solo una programmazione politica della ricerca può arginare un fallimento che ha le sue cause profonde proprio nel sistema produttivo che si vorrebbe potenziare. La raccolta di testi che pubblichiamo, testimonianza della lotta, nell'arco degli ultimi dieci anni, cui l'autore ha partecipato in prima linea, ci dà un quadro critico e prospettico da una parte della situazione di una ricerca che, fondata sull'equivoco dell'autoprogrammazione, rimane vincolata ad una visione statica e conservatrice della società, dall'altra dei fermenti pure esistenti nella società italiana che si affermano sulla consapevolezza della necessità di un preciso intervento politico e su una profonda autocoscienza della direzione impressa alla storia dai movimenti popolari.