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L'algebra, dai tempi della scuola, ci appare come una sequenza di problemi inutili da risolvere con simboli strani, applicando meccanicamente una serie di formule incomprensibili, filastrocche tanto strambe quanto brutte. Un gioco senza senso. Perfetta per un computer, ma non per un essere umano. E invece l'algebra simbolica è stata il primo linguaggio universale artificiale creato dall'uomo, seme e paradigma di tutti i linguaggi formali successivi, dell'analisi, della chimica e della fisica, della logica matematica, dei linguaggi algoritmici e di programmazione. È il linguaggio base di tutta la scienza da almeno due secoli. Tutto ciò che ci circonda è stato prima progettato con linguaggi algebrici. Il senso dell'algebra allora esiste, ben radicato nel profondo della capacità umana di rappresentare non solo le cose, ma anche la propria intelligenza. Il volume è arricchito da una postfazione di Gabriele Lolli.