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Le "Operette morali", composte nel 1824 e rimaneggiate fino al 1835, sono una raccolta di racconti e dialoghi che Leopardi dice di aver progettato "quasi per vendicarmi del mondo". Si tratta di scritti che risentono della conversione filosofica dell'autore ed esprimono, con la chiarezza di una prosa pungente, la sua prospettiva sulla vita. Leopardi dà spazio libero al suo pessimismo esistenziale dipingendo l'esistenza umana come una ricerca continua e necessariamente insoddisfatta di un orizzonte infinito ed eterno. Nelle Operette troviamo affiancate la profonda riflessione esistenziale e la tagliente ironia che schernisce la piccolezza della vita umana: la risata è l'unico conforto possibile di fronte al male del mondo.