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La fatica può avere conseguenze importanti per le prestazioni e il benessere dell'individuo, eppure non è molto ben compresa, nemmeno nella comunità scientifica. Non esiste una teoria articolata delle sue origini o delle sue funzioni, e spesso i diversi tipi di fatica (mentale, fisica, sonnolenza) vengono confusi fra loro. La diffusa interpretazione della fatica come conseguenza negativa del lavoro può valere forse solo per obiettivi imposti dall'esterno; il lavoro che ha un significato per l'individuo, o che è scelto liberamente, raramente è stancante e spesso è addirittura rinvigorente. Robert Hockey esamina i suoi vari aspetti (storia sociale, neuroscienze, energetica, fisiologia dell'esercizio fisico, sonno e implicazioni cliniche) e sviluppa una nuova teoria del controllo motivazionale, in cui la fatica è trattata come un'emozione che ha un ruolo fondamentalmente adattivo nella gestione degli obiettivi. Poi usa questa nuova prospettiva per esplorare il ruolo della fatica in rapporto alla motivazione, alla vita lavorativa e al benessere dell'individuo.