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Tra il 1944 e il 1946, a New York, Dwight Macdonald dà vita a Politics, una rivista radicale che raccoglie le idee di intellettuali americani ed europei di particolare raffinatezza. Tra questi si possono ricordare i nomi di Andrea Caffi, Albert Camus, Nicola Chiaromonte, Paul Goodman, Mary McCarthy, George Orwell e Simone Weil. Autori di provenienza differente ma accomunati da uno spirito "irregolare", capaci di riflettere con profondità di giudizio su questioni centrali come il socialismo, la società dei consumi, la minaccia atomica, i limiti della democrazia rappresentativa. I saggi raccolti in questo volume, di Caffi, Goodman e Macdonald, sono tra gli scritti più rappresentativi apparsi su Politics; ad essi si è voluto aggiungere un articolo di Hannah Arendt. I temi trattati riguardano la critica al progresso tecnologico in quanto portatore più di distruzione che di benessere, la riflessione sulla minaccia rappresentata dalla società dei consumi per l'autonomia degli individui, la ricerca di un rinnovamento non-violento della vita degli uomini.