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Tutto inizia con il gesto di Cristo. Un gesto che appare cristallizzato nell'iconografia tradizionale ma che qui la forza eruttiva del genio di Giotto strappa al tempo e trasforma in afflato vitale, l'incipit di un superbo racconto che incalza quello dantesco. Da quel momento il Polittico Stefaneschi e la Commedia diventano i due inseparabili atti di un unico grande spettacolo, consegnandoci lo stesso indissolubile messaggio di fede, di vita e di bellezza. Ma questo è ciò che accade nel fronte del Polittico, aperto sulla scena Trecento, su cui Giotto sente ancora calare il sipario del tempo. Allora, con balzo felino, conquista il palco più alto, quello rivolto ai secoli a venire, e da lì, nel retro, dà corpo a una rappresentazione che si apre all'infinito e ci parla direttamente.