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Quelle di Gramsci e di Moro sono due storie diverse: un comunista e un cristiano; un rivoluzionario sconfitto e un democratico che guida il partito al governo da trent'anni; due tempi diversi; due mondi diversi. Ma analogie e comparazioni possono aiutarci a vedere cose nuove, rivelano connessioni nascoste. La luce proiettata su una storia si riflette sull'altra, le due esperienze si illuminano a vicenda. Questo saggio di storia comparata le racconta entrambe, come due vite parallele. Dei due prigionieri offre un ritratto, un'analisi del contesto storico e un'interpretazione dei testi che scrissero nel carcere: Quaderni e lettere di Gramsci, Memoriale e lettere di Moro. Arrestato la sera dell'8 novembre 1926 dalla polizia fascista, Antonio Gramsci lasciava nascosti, nella sua casa romana, una trentina di foglietti intestati Camera dei deputati. Vi erano tracciate nitidamente alcune grandi linee della storia italiana recente, dalla crisi di fine secolo, all'età giolittiana, al primo dopoguerra. Nell'auto di Aldo Moro, sequestrato la mattina del 16 marzo 1978 dalle Brigate Rosse mentre si recava alla Camera dei deputati, veniva ritrovato un articolo scritto qualche giorno prima, in cui lo statista offriva un'originale interpretazione della più recente storia italiana, dal luglio 1960 al movimento del 1968 e alle sue conseguenze.