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«Qualcuno dei critici mi ha rivolto, sia pure affettuosamente, l'accusa di essere uno scrittore "schivo", "solitario", "quasi sdegnoso". Chi non mi conosce può pensare che io sia una specie di orso o un istrice. Non è affatto vero. Ritengo invece di essere un tipo socievole e amante della buona compagnia. Mi piace soltanto lavorare in silenzio. Proust dice che un libro è figlio del silenzio». Ritratto allo specchio. Il vulcano non si spegne. Due strade per il cielo. Onorevoli o quasi. Le soste. Uomo di terra. Ossidiana appendice: Diario di prigionia.