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Pubblicato a Tel Aviv nel 1943, questo libro propone il primo corso di «filosofia della società» tenuto da Buber nel 1938 all'Università ebraica di Gerusalemme. L'occasione di mettere a fuoco l'essere dell'uomo nella sua peculiarità rispetto a ogni altro essere si intreccia con la testimonianza di una fase cruciale della sua vita: quella che vede l'emigrazione del filosofo dall'area geografica di lingua tedesca alla comunità ebraica in Palestina. In quest'opera l'autore presenta in modo dettagliato la sua idea della condizione umana e considera come differenza specifica dell'uomo rispetto a tutte le altre creature il suo configurarsi come essere sociale in forma peculiare. Secondo il filosofo, infatti, l'originaria socialità umana non è mediata dall'interesse, o dall'utilità, né dipendente dal sentimento empirico della simpatia o della compassione, ma si mostra come un «a priori» universalmente valido, che pone immediatamente in contatto l'«io» e l'«altro» in modo gratuito e nella reciproca disponibilità.