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In occasione dei settant'anni dell'autore, il volume raccoglie gli scritti che Giulio Ferroni nel corso della sua lunga carriera ha dedicato al teatro del Settecento. Vi si ritrova il lessico critico presente nelle sue corde e che lega gran parte dei suoi studi: la passione per una letteratura che esprime la tensione dell'intelligenza, che sperimenta tutte le contraddizioni della realtà e svela la dimensione illusoria di ogni tentativo di ridurre la complessità del mondo a schemi, regole, norme rigide; l'interesse per la componente ludica e per le possibilità combinatorie della dimensione scenica, in grado di rappresentare e di riflettere come in uno specchio rovesciato il gioco della vita e dei ruoli sociali; la fedeltà a un approccio storico che dialoga in modo problematico e dialettico con le grandi periodizzazioni, cogliendo anche gli scarti, i fenomeni marginali, spesso in contrasto con i sistemi culturali dominanti; il fascino per il fantastico, per il visionario collegato a un registro comico e ludico (all'origine del suo interesse per Ariosto), che nella librettistica del Settecento, anche di un certo Goldoni, ha spesso una sfumatura irriverente.