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La città è - come scriveva Victor Hugo - un gran libro di pietra su cui è possibile leggerne la storia, e le architetture sono le sue pagine più eloquenti. II saggio di Giandomenico Amendola dà voce ai messaggi affidati a queste architetture, analizzandole in maniera originale in un affascinante racconto che va dai palazzi barocchi del potere assoluto agli edifici eclettici della città ottocentesca con i quali la borghesia intende rafforzare la propria immagine e costruire la necessaria legittimazione politica. Per giungere alle architetture contemporanee, cui è affidato il compito di rappresentare la democrazia ed il welfare in uno scenario culturalmente segmentato ed elusivo. Pagine ricche d'immagini e notizie sono dedicate ai solenni edifici dei grandi regimi totalitari del Novecento ed al ruolo centrale che tanto Hitler quanto Mussolini affidavano all'architettura come strumento principe di propaganda. Un'attenta e documentata analisi è dedicata alle stazioni ferroviarie che a partire dall'Ottocento costituiscono uno straordinario esempio di architetture narrative. Un libro sul confine tra sociologia, architettura e storia, che appassionerà tutti coloro che hanno voglia di leggere e capire il libro di pietra della città.