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La presente nuova edizione di Nevio, nata nel solco delle altre edizioni dell'inizio della seconda metà del '900 dovute agli studiosi italiani Marmorale, Maiioni, Barchiesi, Mazzarino, e al polacco Strzelecki, ripropone i frammenti del "Bellum poenicum", il primo epos romano, al quale s'ispirò Virgilio per tutta la saga di Enea, amori di Didone inclusi, e che a dire dei grammatici latini tardoantichi saccheggiò abbondantemente. L'edizione critica tiene conto di tutto il lavorio filologico dal cinquecentesco Stephanus in poi, inquadrando il "Bellum poenicum" nell'oralità e scrittura della latinità arcaica della seconda metà del terzo secolo a. C., e considerandolo per la prima volta come un testo scritto per una destinazione aurale, nell'ambito delle recitationes pubbliche e teatrali.