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Il volume offre un'attenta analisi del lavoro di Léonide Massine, collocandolo nel contesto storico-culturale della prima metà del XX secolo. La danza di Massine, osserva Bignardi, non può essere chiusa in una codificazione specifica, perché essa è interprete di un'unità di stile: il movimento è in continuo fieri, specchio dello stato d'animo ed espressione dell'uomo moderno. Il coreografo assorbe dalle avanguardie le novità dell'arte traducendole, come corpo immaginifico non privo di una grande espressione, nel "balletto-danza". Una riflessione che trae il suo avvio da testi quali My Life in Ballet che il coreografo russo dà alle stampe nel 1968 e Massine on Choreography: Theory and Exercises in Composition del 1977, per poi riprendere le considerazioni avanzate da Vincente Garcia Marquez nel suo ben noto Massine a biography, del 1995. "Il libro di Roberta Bignardi, scrive Lorca Massine nella prefazione, mi fa ritornare alla mia gioventù e suscita in me quella sensazione, più volte provata, di essere figlio di un gigante".