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Lo studio compie un primo bilancio delle principali esperienze applicative dell'amministrazione di sostegno quale nuova misura di protezione dei soggetti privi in tutto o in parte di autonomia, esaminandone i controversi confini con i tradizionali istituti dell'interdizione e soffermandosi in particolare sulle potenzialità in larga misura ancora inespresse della c.d. amministrazione di assistenza. Nella prospettiva ipotizzata dall'Autrice, essa potrebbe consentire al sofferente psichico di valorizzarne la capacità di autodeterminazione in ordine al compimento di atti afferenti alla cura della persona o riguardanti l'esercizio di diritti personalissimi.