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Nel luglio del 1949 Mishima scrive: "Questo libro è un testamento che lascio nel territorio della morte dove ho vissuto finora. Scrivere quest'opera è stato per me come un suicidio alla rovescia. Se filmiamo un uomo che si getta giù da una rupe e poi proiettiamo il filmato al contrario, vediamo il suicida fare un velocissimo salto all'indietro dal fondovalle alla cima e ritornare in vita. Questo è quello che ho tentato di fare scrivendo questo libro, cercare un mezzo per recuperare la vita". L'opera a cui si riferisce è "Confessioni di una maschera", comparso sulla scena letteraria da pochi mesi. Ma qual era il "territorio della morte" dove aveva vissuto finora? Cosa intendeva per "recuperare la vita"?