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Alla morte di Giosuè Carducci (1907) Gian Pietro Lucini pubblica una commemorazione del Vate, mosso dall'ambizione di stendere una sintesi folgorante dell'Italia umbertina. Ne emerge un mondo intellettuale agitato da passioni e polemiche, risuonante delle voci innumerevoli di italiani grandi e mediocri: letterati e giornalisti, ideologici e politici giudicati con severità e acrimonia da un "piccolo maestro" pronto ad autoproclamarsi il "toad-eater" della letteratura italiana. Non più ripubblicato dopo la seconda edizione ampliata e curata dall'autore (1912), il "Giosuè Carducci" di Lucini viene ora riproposto in edizione critica e con un apparato di note esplicative.