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La star politics si manifesta in tre fasi che ricalcano un processo concomitante di evoluzione dello stardom: divismo, star system, postdivismo (o iperdivismo). Il fenomeno si rifà a una cronologia precisa, che inizia nel 1938, quando E.W. Hullinger, regista del documentario The Private Life of Benito Mussolini, definisce il duce "una star cinematografica", e si compie nel 2003, anno in cui Arnold Schwarzenegger viene eletto trentottesimo governatore della California. Vi concorre il susseguirsi alla ribalta internazionale di alcune figure coinvolte a vario titolo nel discorso politico - da Eva Perón a Grace Kelly, da Giovanni Paolo II a Lady Diana. Evidenti processi di spettacolarizzazione riguardano la politica-per-media, ossia l'insieme delle espressioni di governo e di potere e splicitate attraverso tutti i mezzi di comunicazione via via che questi vanno strutturando il sistema mediale. Le modalità di gestione, insomma, della politica da parte dei media; e non necessariamente a scopi elettorali, ma in una più ampia attività di costruzione del consenso. Le star e molti leader politici sono accomunati dall'avere carisma; tuttavia, quali circostanze storiche, strutture simboliche, narrazioni mediatiche ci hanno indotto a confondere i politici con le celebrità? Come e perché siamo arrivati a divertirci coi primi e a farci rappresentare dalle seconde?