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Mario de Maria (Bologna 1853-1924), noto anche come "Marius Pictor", pseudonimo con il quale ha scelto di firmare i suoi dipinti, è stato un pittore molto conosciuto e ammirato. Amico di Gabriele D'Annunzio, esponente a Roma del gruppo In Arte Libertas, è stato un protagonista del simbolismo italiano, contribuendo a portare la pittura paesaggistica di matrice romantica e realista verso tematiche più vicine al clima secessionista mitteleuropeo. Storie misteriose, ambientate soprattutto in una Venezia decadente e lunare, caratterizzano infatti la sua pittura più matura. Il suo ruolo nell'ambito della cultura di fine '800 e inizio '900 merita certamente di essere rivalutato, sia dal punto di vista artistico che da quello culturale. Egli è stato infatti anche tra i fondatori della Biennale di Venezia ed ha contribuito attivamente al dibattito culturale di quegli anni. Il volume ricostruisce l'attività artistica di de Maria in relazione alle novità dell'arte italiana ed europea di fine secolo, a partire dal 1886, anno del successo romano nella mostra del gruppo In Arte Libertas, fino al 1912, termine che rappresenta la fine della sua fortuna critica e il rallentamento dell'attività pittorica in senso stretto.