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Orientarsi nel tempo è orientarsi nell'esistenza. Lo scopo di questo libro è rintracciare il fondamento della temporalità contemporanea. Laddove la cifra della temporalità dell'epoca moderna è stata la velocità, il tratto essenziale del mondo contemporaneo è l'istantaneità - una nuova forma del tempo che si fonda e conclude nell'unità assoluta dell'istante. La tecnica è la matrice "rimossa" della temporalità. È sotto la pressione delle tecniche dell'informazione che la linea del tempo si è spezzata. Siamo catturati contemporaneamente in più tempi, che possiamo vivere in più realtà simultanee. Stiamo uscendo fuori dal tempo. Siamo in presenza di una mutazione antropologica che segue la pressione della tecnica. A questa mutazione antropologica contrassegnata dal fenomeno del presentismo si accompagna una mutazione delle forme della patologia mentale. Le tossicomanie, i disturbi del comportamento alimentare e la sofferenza borderline sono all'insegna della patologia dell'istantaneità. Queste "sindromi temporali" sono votate al trionfo del qui-e-ora, cioè a un presente senza passato e senza futuro, e senza profondità. In queste forme di patologia mentale, il tempo si cristallizza in un istante privo di aggancio sia alla memoria sia al progetto. E, di pari passo, l'identità personale, il corpo e l'Altro vanno incontro ad una profonda metamorfosi - emblematica, sebbene in maniera distorta, dell'ethos della postmodernità.