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Giorgio Sacerdoti si avvale di una fitta corrispondenza familiare, preziosamente conservata, per raccontare la vita del padre Piero (Milano 1905), un importante esponente della vita imprenditoriale e culturale milanese di respiro internazionale - dirigente d'azienda, docente universitario, collaboratore di giornali e riviste - negli anni della ricostruzione e del "miracolo economico" italiano. Le tante lettere riportate nel testo consentono di seguire passo dopo passo, con la immediatezza della quotidianità, lo stage in una banca a Berlino (1928), il viaggio negli Stati Uniti col transatlantico Rex (1933), il lavoro a Parigi (1936-1940) come direttore della filiale francese della Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS), la seconda compagnia di assicurazioni italiana, oltre agli articoli regolarmente pubblicati sul quotidiano economico "Il Sole". Le lettere del 1938-39 parlano dello sgomento provato all'emanazione delle leggi razziali in Italia. La narrazione poi continua con lo scoppio della guerra e la fortunosa fuga di Piero con la moglie e il piccolo Giorgio - l'autore di questo libro allora neonato - in Svizzera. Al termine del conflitto Piero ritorna a Parigi, prima di essere nominato nel 1949 a Milano direttore generale della RAS, ruolo che ricopre fino alla improvvisa morte avvenuta nel 1966. Molti anni dopo la RAS sarà ceduta dal gruppo Pesenti, che ne aveva acquisito il controllo, alla Allianz. L'originale e vivace corrispondenza rende il lettore partecipe dell'energia e dell'entusiasmo con cui Piero e altri esponenti della Milano dell'epoca contribuirono in prima persona alla crescita economico-sociale dell'Italia in quegli anni. Egli ne fu un protagonista di rilievo. Proprio così lo ricorda Piergaetano Marchetti che, nella prefazione, parla di "una tipologia di manager umanista, curioso e colto, di cui troppo spesso si rimpiange oggi la mancanza".